venerdì 27 marzo 2015

Zoltán Kodály: non solo un compositore

"Occuparsi della scuola della infanzia e della sua musica non è una questione pedagogica di minore importanza, ma è realmente la costruzione di una nazione"
diceva così Zoltán Kodály, uno dei più illustri compositori ungheresi del Novecento, oltre che linguista, filosofo, etnomusicologo, educatore e pedagogo. Egli era inoltre coinvolto in prima persona nelle problematiche del proprio Paese.

Profondamente ancorato alle proprie origini, compì diversi studi per riscoprire e diffondere la bellezza della musica popolare tradizionale, insieme all'amico e collega Béla Bartók.

Ciò che più affascina del suo operato è l'essere riuscito a trasformare e rivoluzionare l'istruzione nel suo Paese, inserendo l'educazione musicale ad ogni livello scolastico, dalla scuola dell'infanzia all'università. Egli visse tra il 1882 e il 1967, ma il suo piano educativo lo riscontriamo ancora oggi. In Ungheria il primo impatto con l'educazione musicale avviene nella scuola dell'infanzia, dove le educatrici stesse, debitamente preparate, elaborano percorsi musicali di tipo ludico inseriti nelle normali attività quotidiane.
Dalla scuola di ogni ordine e grado all'università, il percorso musicale continua attraverso un sistema strutturato, che prevede principalmente il canto protagonista, accostato allo studio della teoria musicale e dello strumento.

Kodály scrisse diversi brani corali, composizioni ad una o più voci, esercizi vocali a scopo educativo. Non scrisse mai un trattato di educazione musicale, per questo è più corretto parlare di concetto Kodály, o filosofia Kodály, piuttosto che di vero e proprio metodo.

I pilastri del suo pensiero sono:
  • la rilevanza della musica nella formazione generale dell'uomo
  • la scelta del materiale musicale da utilizzare nell'insegnamento
  • l'importanza del canto corale
  • la necessità di un'educazione musicale pubblica e attiva ad ogni livello dell'istruzione scolastica

"la musica non privilegio di pochi, ma patrimonio di tutti"

... ed io ci credo fermamente.


Nessun commento:

Posta un commento